Mario Marazziti - Pagina Ufficiale

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giovedì 14 dicembre 2017

Legge sul fine vita. Col via libera definitivo arriviamo a un punto di incontro ragionevole, sofferto, fra umanesimo cristiano e umanesimi laici


Con l’approvazione definitiva della legge sul #finevita oggi al Senato arriviamo a un punto di incontro ragionevole, equilibrato, sofferto tra umanesimo cristiano e umanesimi laici, su un tema difficile, come la vita, la dignità della vita, la sofferenza e il dolore.
Qui eutanasia e suicidio assistito restano fuori e si prova a umanizzare il morire senza chiamare e anticipare la morte. 

C’è' un no chiaro all'accanimento terapeutico e alle cure inutili e sproporzionate. 
E c’è un no chiaro all'abbandono e alla solitudine di chi è nella fase più difficile della vita. Si rimette al centro, anche nel consenso informato, la relazione tra medico, sanitari e paziente, oggi fatto di crocette burocratiche, e si stabilisce un percorso di pianificazione condivisa delle cure, quando si entra in una malattia degenerativa grave. Una novità assoluta che rimette al centro proprio la relazione tra medico e paziente, e la deontologia professionale, come pure la sua coscienza.

Nessuna legge è perfetta, ulteriori cambiamenti in meglio sarebbero stati possibili se ci fosse stato più tempo, ma penso che sia sfatato definitivamente il mito - perché di mito si è sempre trattato - di una Chiesa cattolica insensibile di fronte al dolore del morente e di un unico modo per umanizzare il morire, quello dell'eutanasia e del suicidio assistito.
Le leggi perfette non esistono mai. Ma sono fiero di avere aiutato i lavori di tutti con un "metodo costituente" che ha portato a migliorare il testo base raccogliendo e sintetizzando 91 cambiamenti, con maggioranze diverse, non basate sui rapporti di forza.
Senza questo lavoro, se avesse prevalso la linea della contrapposizione assoluta come in altre legislature e nel dibattito pubblico, il testo finale sarebbe stato fortemente squilibrato. Per questo, al di là dei timori legittimi di quanti non si riconoscono pienamente nel testo, ritengo che sia una pagina controcorrente che aiuterà nel tempo a unificare e non a dividere il paese. Quando non vince nessuno, alla fine vince un po' di più una Italia meno divisa e più umana.