Intervento alla Conferenza dei 27 paesi europei sulle politiche sociali europee

Speech available both in Italian and English
Intervento disponibile sia in italiano che in inglese  

Malta – incontro dei Presidenti delle Commissioni Affari sociali

Intervento di

Mario Marazziti – presidente della Commissione Affari sociali – Camera dei Deputati

Qual è la condizione della povertà oggi?

Abbiamo sentito molto dal presidente Farrugia, dall’onorevole Decelis, da miss Thyssen, da mr. Lara Montero, da Miss Jones. Possiamo riassumerlo così:

La povertà impoverisce i paesi. Combattere la povertà è un investimento e rende i paesi più ricchi. Dobbiamo invertire la tendenza.

I dati estratti nel 2016 dalle statistiche dell’Unione europea sul reddito e le condizioni di vita mostra no un peggioramento della situazione sociale, con l’8.1% della popolazione europea che vive in situazioni di estrema deprivazione materiale e il 10.5% che vive in contesti familiari a intensità lavorative molto basse, il che sembra rendere impossibile raggiungere l’obiettivo di avere 20 milioni di persone in meno a rischio di povertà e di esclusione sociale entro il 2020.

“Con più di 120 milioni di persone nell’Unione europea a rischio di povertà e di esclusione sociale, i leader dell’UE si sono impegnati a portare almeno 20 milioni di persone fuori dalla povertà e dall’esclusione sociale entro il 2020. La lotta alla povertà e all’esclusione sociale è il cuore della strategia ‘Europa 2020’ per una crescita sostenibile, inclusiva e intelligente.” (UE)

Un primo pensiero.

I diritti sociali sono per tutti i cittadini, e i diritti umani sono per ogni essere umano indipendentemente dalla cittadinanza. Questo non è ciò che sta accadendo. La povertà è cresciuta, l’ineguaglianza è cresciuta. E ora?

L’Italia – con un budget disponibile basso – ha adottato un approccio multilaterale alla lotta contro la povertà. Una serie di leggi a impatto sociale. Alcuni esempi:

1.      Il tentativo di rilanciare un servizio sanitario nazionale universalistico con un accrescimento del budget annuale, dopo 5 anni di mancata crescita, e la creazione di un fondo strutturale per le medicine innovative – il primo in Europa – che vuole mantenere un sistema di libero accesso a tutti non solo per l’aspirina, ma anche per le migliori cure disponibili contro il cancro. Il prossimo passo deve essere una piena continuità fra i servizi sociali e sanitari - che ora sono troppo frammentati – per ridurre la visione ‘ospedalocentrica’ e contrastare in maniera appropriata la bella conquista dell’estensione dell’aspettativa di vita e il cambiamento strutturale delle malattie, spesso croniche.

2.      La legge chiamata “Dopo di noi” per garantire alle persone con disabilità gravi un programma di protezione e di progetti di vita personalizzati quando la morte dei loro parenti avviene prima della loro, creati mentre sono ancora in vita, con la collaborazione delle stesse persone bisognose di aiuto.

3.      L’inizio di un primo, universalistico strumento anti-povertà, che incominci a contrastare la povertà assoluta, unendo un supporto finanziario per l’inclusione e programmi di formazione, accompagnati dai servizi sociali, il cosiddetto SIA, nei nostri acronimi.

4.      L’inizio di una misura universalistica di reddito per l’inclusione attiva, allargando anche il numero di persone che possono avere una seconda possibilità attraverso il Servizio Civile Universale. Non tanto quanto mi sarebbe piaciuto, se approvata, una mia proposta di legge sul servizio civile universalistico potrebbe reintrodurre elementi di coesione interna e solidarietà al servizio di comunità differenti ed uno scambio fra il nord e il sud, che può e potrebbe coinvolgere tutti i giovani nell’arco degli anni della loro educazione e dei loro studi universitari, e i cosiddetti NEET, come una seconda possibilità.

5.      L’approvazione alla Camera dei Deputati della legge sulla cittadinanza per i bambini dei migranti, sia quelli nati in Italia che quelli che hanno studiato in Italia, non solo in base al principio innovativo del cosiddetto ius soli, ma anche dello ius culturae, che aspetta il sì finale dal Senato. Una legge che coincide con 14 anni di battaglie politiche, anche battaglie personali e che arriva al passo finale nel momento peggiore per l’Europa e l’Italia, al tempo della paura, anche della paura artificiale e controllata, ma comunque paura. E’ un passaggio chiave per ridurre marginalizzazione e futuri risentimenti, non una porta aperta a nuovi rischi. Cambierà la vita di 1 milione di bambini e giovani, creando ponti, riducendo povertà ed esclusione.

6.       Mantenere alta la vocazione dell’Europa come portatrice di una “democrazia umanistica” attraverso il salvataggio e l’azione solidale nei confronti dell’ondata di rifugiati senza precedenti che fugge dall’instabilità, dalla guerra, dall’orrore e dalla persecuzione, come l’Italia e altri paesi che sono la porta d’ingresso dell’Europa, come la Grecia, stanno facendo. Siamo convinti che solo la solidarietà dell’UE nel prendersi questo impegno può ridurre la povertà, il risentimento, i problemi sociali, i problemi di sicurezza, incominciando programmi inclusivi per minori non accompagnati, famiglie, rifugiati sin dal primo giorno, riducendo il tempo speso nel “limbo” della non educazione, della non formazione, del non lavoro e che allarga il tempo infinito trascorso nei campi d’accoglienza senza far nulla. L’esperienza innovativa dei Corridoi umanitari, avviata dal governo italiano e su iniziativa della Comunità di Sant’Egidio e delle chiese evangeliche, ha riattivato anche la società civile e inaugurato un modello di integrazione più attivo ed inclusivo per ospitare queste vittime della guerra e della persecuzione sin dal primo giorno. La Francia ha firmato un protocollo simile con la Comunità di Sant’Egidio, spero che altri paesi dell’UE possano fare lo stesso. La selezione dei più vulnerabili, interviste, viaggi sicuri, inclusione: un investimento in sicurezza che può essere l’embrione di una nuova legge europea sull’Asilo, che anticipa dall’altro lato del Mediterraneo l’inizio di interviste per lo status di rifugiato e la creazione anticipata di un database europeo.

Ma senza lavori e sviluppo non solo tutte le democrazie europee potrebbero ridursi e indebolirsi, ma la povertà potrebbe non essere contrastata col passo e l’energia necessari.

Questo è il motivo per cui l’UE deve decidere presto, e spero che il prossimo passo dopo la Dichiarazione di Roma avvenga nelle prossime settimane e mesi. I paesi membri dell’UE possono accordarsi su una regola d’oro che consideri gli investimenti sul lavoro, l’infrastruttura, lo sviluppo, gli investimenti strutturali per lo sviluppo non come debito ma come investimenti testati ed approvati dall’UE, come qualsiasi investimento che deve essere ammortizzato dopo i primi anni di avvio, e che produrrà molto più ritorno economico rispetto all’investimento iniziale. E’ un bisogno per tutta l’Europa, o voci populiste e bassa crescita renderanno l’Europa troppo lenta nel mondo, facendogli perdere la sua vocazione e un’opportunità storica.

Alcuni suggerimenti. Possiamo lavorare sugli incentivi sulla tassazione fiscale per quelle aziende che creano nuovi lavori senza ridurre i numeri di quelli vecchi. Un dialogo con gli anziani e un nuovo ruolo e nuovi servizi per gli anziani. Per decomprimere un conflitto fra generazioni. L’invecchiamento attivo non come piccoli lavoretti dopo la pensione, ma come un modo per dare valore al 20% della nostra popolazione che oggi è a rischio di marginalizzazione e di assenza di ruolo sociale. Per trasformare la più grande ed inutilizzata risorsa dell’Europa e dei nostri paesi in un’opportunità speciale per contribuire ad accrescere o a ripristinare la coesione sociale nelle nostre società sempre più frammentate, creando al contempo servizi di assistenza domiciliare per gli anziani.

Altrimenti, l’Europa si spegne.

L’Europa, se unita. rappresenta ancora la più grande economia del mondo, ma nessuno stato membro è grande abbastanza da competere da solo nell’arena della competizione globale. E lo stesso vale per la popolazione europea. Che diminuisce e invecchia anche lei. Solo essendo visionario e vedendo ciò che è ovvio possiamo combattere la povertà anche in futuro, trasformando la sfida delle migrazioni in opportunità. Smettendo di immaginare muri interni che soffocano chi li crea inquinando il clima interno invece che proteggere. Il modo in cui l’UE userà in modo positivo le migrazioni per crescere deciderà molto del futuro dell’Europa.

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Malta - Meeting of the Chairpersons of the Committees on Social Affairs

speech of

Mario Marazziti - Chairman of Social Affairs Committee - Camera dei Deputati

What is the situation today on poverty?

We heard a lot from president Farrugia, Hon. Decelis, Ms Thyssen Mr Lara Montero, Ms Jones. We can summarize it:

Poverty impoverish countries. To fight against poverty makes countries richer and is an investment. We have to reverse the trend.

Data extracted in 2016 from the European Union Statistics on Income and Living Conditions (EU-SILC), shows a worsening social situation with 8.1% of the European population living in severe material deprivation and 10.5% living in households with very low job intensity, which makes the 2020 target of having 20 million fewer people in or at risk of poverty or social exclusion, look unreachable.

“With more than 120 million people in the EU at risk of poverty or social exclusion, EU leaders have pledged to bring at least 20 million people out of poverty and social exclusion by 2020. The fight against poverty and social exclusion is at the heart of the Europe 2020 strategy for smart, sustainable and inclusive growth.” (EU)


One first thought:

Social rights are for all citizens, and human rights are for any human being independently from citizenship. This is not what is going on. Poverty grew up, Inequality grew up. And Now?


Italy - with a low available budget - has adopted a multi-lateral approach to fight against poverty. A spectrum of laws with a social impact. Some examples:

1. The attempt to re-launch the universalistic national health service with an increase of the annual budget, after 5 years of missed increase, and the creation of a structural fund for the innovative drugs, first in Europe, that want to keep the system of free access to all not just for aspirin but for top of the art cancer treatment. The next step must be a full continuity between social and health services, now too fragmented, to reduce the hospital-centric vision and tackle in an appropriate way the beautiful conquest of the extension of life expectancy and the structural change of the diseases, often chronic.

2. The law called 'After us" to guarantee to severely disabled people a protection program and personalized projects of life when their relatives may die before them, created when they are still alive, with the collaboration of the same people in need.

3. The beginning of a first universalistic anti-poverty tool, that starts to tackle absolute poverty, linking a financial support to inclusion and training programs, accompanied by social services, the so called SIA, in our acronyms.

4. The beginning of a universalistic measure of Income for Active inclusion, also broadening the number of people who can have a second chance through the National a Civil Service. Not as much as I would love, if approved a bill of mi e on a universalistic civil service that could reintroduce elements of internal cohesion and solidarity at the service of different communities and an exchange between northern and south, that can and could involve all the youth over the years of their education and university studies, and the so called NEET, as a second chance.

5. The approval in the House of Representatives of the Bill on citizenship for migrant children, either born in Italy or who have studied in Italy, according to the innovative principle not only of the so called ius soli, but also ius culturae, waiting for the final yes from the Senate. A bill that coincides with 14 years of campaigning, also personal campaigning and that arrives to the final step in the worst moment for Europe and Italy, at the time of fear, also u controlled or artificial fear, nevertheless fear. It is a key step to reduce marginalization and future resentment, not an open door to new risks. It will change the life of 1 million kids and young people, creating bridges, narrowing poverty and exclusion.

6. Keeping high the vocation of Europe as the carrier of a "humanistic democracy" through the rescue and care action towards the unprecedented wave of refugees that flee from instability, war, horror and persecution, just like Italy and other countries that are the front door to Europe, such as Greece, are doing. We are convinced that only EU solidarity in taking this task can reduce poverty, resentment, social problems, security problems, starting inclusive programs for unaccompanied minors, families, refugees from day one, reducing the "limbo" time of no education, no training, no jobs, and broadening the infinite time spent in the camps doing nothing. The innovative experience of the Humanitarian Corridors started by a Italian government at the initiative of the Community of Sant'Egidio and evangelical churches, has reactivated the civil society too and started a more active and inclusive model of hosting these victims of war and persecution from day one. France has signed a similar protocol with the Community of Sant'Egidio, I hope that other EU countries may do the same. Selection of the more vulnerable, interviews, safe travels, inclusion: an investment in safety that can be the embryo of a new EU law on asylum, that anticipates on the other side of the Mediterranean the beginning of the interviews for the status of refugee and the anticipated creation of a EU data-base.

But without jobs and development not only all EU democracies may shrink and get weaker, but poverty cannot be tackled at the pace and with the energy that is needed.

This is why EU has to decide soon, and I hope as a next step after the Declaration of a Rome over next weeks and months, EU member states can agree on the golden rule that investments for jobs, infrastructure, development, structural investments for development will not be considered as debt but as investments once checked and approved by EU, as any investment that is to be absorbed after the start up years, and will produce much more income of the initial investment. It is a need for all Europe, or populist voices and low growth will make Europe too slow in the world missing its vocation and historical opportunity.

Some suggestions. We can work on incentives in fiscal taxation for those companies that create new jobs without reducing the number of the old ones. Dialogue with the elderly and a new role and new services for the elderly. To decompress a conflict between generations. Active Aging not just as small jobs after retiring, but as a way to make a value of the 20 per cent of population that is now at risk of no social role ad marginalization. To turn the biggest unused resource of a Europe and our countries into a special opportunity to contribute to increase or to restore social cohesion in our more and more fragmented societies, while as well creating quality home services for the elderly.

Europe, otherwise, is shrinking.

EU is Still the biggest economy in the world if united, but no member state as big as necessary to compete by oneself on the world competition and arena. And the same for the EU population. Shrinking and age-ING as well. Only being visionary and seeing what is obvious we can fight poverty also in the future, transforming a challenge, migrations, into opportunities. Stopping imagining walls that choke who create internal walls by polluting internal breathing instead of protecting. The way EU will positively use migrations to grow will decide a lot of the future growth of EU.