Mario Marazziti - Pagina Ufficiale

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venerdì 10 marzo 2017

Diritti dello straniero - Messaggio all'AIGA e AGAP - Prato 10 marzo 2017



Caro Marchi, La prego di fare arrivare all'AIGA e all'AGAP, a tutti quelli che intervengono oggi all'intelligente e utile simposio sui Diritti dello straniero, i miei saluti e il mio rammarico per non essere lì oggi.
Purtroppo non si governano gli eventi, anche se a volte speriamo che i calendari possano non cambiare. 

Avevo aderito con convinzione a partecipare al vostro in contro a Prato per portare un contributo sui "Corridoi umanitari", l'esperienza, unica in Europa, che ha permesso di aprire una breccia nel muro di fatto che favorisce invece la crescita del traffico di esseri umani, i viaggi della speranza e della morte in condizioni invivibili, i ricatti, la crescita inaccettabile e per ora inarrestabile dei morti nel Mediterraneo, l'assuefazione delle coscienze, la perdita di senso della stessa Unione quando non riesce più ad essere capace di diffondere e affermare in maniera concreta la sua "democrazia umanitaria", fondante di molte costituzioni nazionali e della stessa Carta fondante dell'Europa.

Sapete bene come il tema da voi messo al centro accompagna anche la mia biografia personale almeno dalla fine degli Anni Settanta e primi Anni Ottanta, già prima della approvazione della Legge Martelli, e si è intrecciata con la storia del Paese, con i suoi umori, la ricerca di regole, le forme di solidarietà la strada della ricerca dei diritti e della loro fondazione. Sapete che in questa mia esperienza legislativa il primo atto è stato proprio quello della presentazione di una proposta di legge sui diritti degli stranieri - primo fra tutti quello di essere cittadini quando siano nati in Italia, abbiano studiato in Italia, quando da tempo ragionevole e non irragionevolmente lungo siano in Italia -, proprio quella sulla cittadinanza dei bambini figli di immigrati. Il cosiddetto "ius soli", temperato, e "ius culturae", che ricalcano le proposte di iniziativa popolare che io personalmente, allora a nome della Comunità di Sant'Egidio, dal 2003-2004 e dalla società civile avevamo fatto arrivare in Parlamento. Oggi questa legge, almeno per la parte che riguarda la cittadinanza dei bambini, aspetta da 500 giorni l'approvazione definitiva al senato, e speriamo che possa davvero essere approvata. La parte relativa ai diritti dei cittadini immigrati adulti, purtroppo, ho dovuto stralciarla dalla proposta che fu approvata nel 2014 alla Camera raccogliendo anche altri disegni di legge, per favorire l'approvazione - che allora sembrava rapida - della parte relativa ai bambini e ai giovani "nuovi italiani". E' uno dei tratti distintivi anche di una idea di politica del bene comune, di una Democrazia Solidale - come abbiamo chiamato il nostro movimento in parlamento - una democrazia davvero solidale, saggia, che crede nell'inclusione sociale come l'antidoto più profondo sia alla paura, che all'insicurezza, che allo stracciamento che può creare, nel tempo, contrapposizioni, marginalità, incomprensioni, rancori reciproci. 

Il tema dei "Corridoi Umanitari" verrà trattato da persona che direttamente se ne è occupata, e spero che quindi il Suo contributo possa arricchire comunque il Vostro lavoro di oggi, che poi serve per fare crescere una cultura dei diritti e della società del diritto, che tiene alto il tono di civiltà del nostro Paese e dell'Europa, anche in tempi difficili, vera linea di protezione anche di tutta la comunità che vive sulla linea della frontiera di un mondo in trasformazione, come è Prato. Ringrazio chi lo farà, anche un po' a mio nome.

Di certo l'esperienza dei Corridoi Umanitari promossi dalla Comunità di Sant'Egidio con la FCEI e la Tavola Valdese, in collaborazione con famiglie e associazioni su tutto il territorio nazionale, rappresenta una via "contagiosa" e una indicazione di metodo: in qualunque circostanza si può costruire una via dei diritti, più umana, anche con poche risorse e prima di cambiare le norme vigenti. Il ministro degli esteri Gentiloni, allora, più di un anno fa, ha creduto nell'apertura di questo varco anche come capacità di iniziativa e di proposta italiana, cifra di stile e di politiche verso l'Europa. Il ministero dell'Interno, e il prefetto Morcone in particolare, ha collaborato a permetterne la fattibilità, il cui modello di accoglienza diffusa non è a carico dello stato italiano, ma ha suscitato risorse di famiglie, associazioni, disponibilità di accoglienza che hanno ricreato e rianimato comunità locali e società civile. Il modo migliore per contrastare paura, approssimazione, rassegnazione. Si è allargata alla collaborazione con la Conferenza Episcopale Italiana, per il corridoio umanitario rivolto agli eritrei, con hub ad Addis Abeba, e ha cominciato a funzionare. Si sta per allargare, mi auguro, in Polonia,Francia, Spagna. Ma di questo parlerete con più appropriatezza fra poco.

Purtroppo, dicevo, non posso essere con voi.

Lunedì in aula è calendarizzato l'inizio dell'esame del provvedimento su cosiddetto "fine vita", cui sta lavorando da mesi la nostra Commissione Affari Sociali, sempre più intensamente. Questo potete immaginarlo anche dalla lettura dei giornali. Non vi sfuggirà il fatto che per ragioni di responsabilità, incontri e adempimenti oggi debba occuparmi in maniera assorbente di questo, con poche pause. E che per questo non posso essere con voi.

Ma vi auguro buon lavoro e vi ringrazio per la decisione di affrontare in maniera seria e motivata questi temi. ne abbiamo bisogno.

Mario Marazziti

Presidente della Commissione Affari Sociali della Camera