Mario Marazziti - Pagina Ufficiale

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venerdì 17 febbraio 2017

DAT, Nessuna forzatura in Commissione. Per il miglioramento del testo sulle DAT, consenso informato e Pianificazione condivisa delle cure è risultato controproducente il muro contro muro e l'abbandono finale della Commissione da parte di alcuni deputati, con ostruzionismo procedurale che ha danneggiato proprio la possibilità di utilizzare più tempo per migliorare il testo. Come Presidente continuerò comunque a garantire tutti i Gruppi

Peccato che all'ultimo giorno dei lavori in Commissione alcuni Gruppi abbiano deciso il gesto eclatante dell'ostruzionismo procedurale sulla base di una interpretazione fantasiosa del regolamento della Camera in direzione completamente opposta alla prassi seguita in aula e nelle Commissioni da sempre.


Dopo avere garantito nella fase di lavoro in Commissione tutti gli spazi di approfondimento e di incontro possibili, cosa che ha permesso a tutti, e soprattutto a molti deputati cattolici che chiedevano spazi non compressi per un provvedimento che tocca temi di coscienza, di discutere; e dopo avere ottenuto da tutti i Gruppi e dalla Presidenza della Camera tutto il tempo necessario, cosa che ha progressivamente spostato l'approfondimento in aula ad oggi, da fine gennaio al 27 febbraio, ieri alcune opposizioni al testo-base - su iniziativa dell'On. Sisto, che non ha mai partecipato ai lavori della Commissione per tutta la loro durata -, hanno speso quasi due ore necessarie l'esame dei restanti articoli in richieste di sospensione e suggestive, ma non accoglibili, inversioni procedurali.

Toni spiacevoli, nella foga, da parte di deputati dell'opposizione verso la Presidenza, stigmatizzati da altri deputati, che ne hanno rilevato un tono intimidatorio verso la persona del Presidente, hanno reso meno forti legittimi punti di vista, estremizzati durante l'ostruzionismo procedurale. E hanno resi inascoltati due inviti a sospendere i lavori per valutare la situazione è prendere decisioni nell'Ufficio di Presidenza, costringendo il Presidente a decidere per il modo migliore per riportare la calma e aiutare anche le minoranze a esprimere il merito dei problemi.
Essendo fissata alle 24 di ieri la scadenza per l'esame completo degli emendamenti,  proprio chi avrebbe avuto più interesse a utilizzare la lunga seduta prevista per lavorare a miglioramenti del testo gia' prima dell'esame e della fase emendativa in aula ha deciso di non utilizzare appieno tutte le possibilità. Questo ricade nelle legittime  strategie e nelle responsabilità o irresponsabilità dei Gruppi parlamentari e dei singoli deputati. Anche se a volte può essere una occasione perduta per un ulteriore passo in avanti.

La sera di ieri e' stata riempita dalle dichiarazioni-stampa di chi ha lasciato l'aula, con ricostruzioni, ovviamente parziali, come accade nella comunicazione tutta politica. Il non accoglimento di una richiesta di sospensione senza limite - per presentare il quesito alla Presidenza della Camera sulla curiosa innovazione procedurale proposta – è stato descritto come rifiuto della Presidenza, tralasciando il fatto che l'accoglimento della proposta, strada più ‘indolore’ per chi guidava la seduta, avrebbe fatto esaurire il tempo per le proposte emendative, proprio a danno dei Gruppi e dei parlamentari che più tardi hanno lasciato l'aula, e che più intendevano, o avrebbero avuto interesse a discutere nel merito il testo. Ma la politica, di sa, a volte è strana, e a volte diventa spiacevole. E si tralasciano i fatti per parlare ai "propri".
Ho garantito a tutti, con 10 sedute e molte riunioni informali, 32 ore di votazioni sugli emendamenti - anche si si tratta di una legge di soli 5 articoli- spazi non comparabili ad altre pur complesse leggi. Tutti i miglioramenti ai primi due articoli sono stati bipartisan, non corrispondendo a maggioranze precostituite, ma frutto del dialogo creato. Molti cambiamenti hanno reso il testo accettabile e condiviso anche a deputati cattolici, con riformulazioni accettate e proposte dalla relatrice.

I temi posti sul tavolo, anche quando non è  maturato, o non ancora maturato un punto di vista comune, restano come sfide e opportunità ulteriori anche per l'aula.
Per questo penso che non fosse necessario un ostruzionismo dell'ultimo giorno, deciso a priori, visto che l'emendamento Amato, anche se non fosse stato riformulato, esisteva da un mese e come di prassi sarebbero caduti gli emendamenti non aggiuntivi sullo stesso articolo 3.

Nessun colpo di mano, nessun canguro o mini-canguro: solo un po' di tempo perso e un'azione spiacevole verso la Presidenza che ha garantito tutti gli approfondimenti, spesso invitando a concentrare il dibattito sui punti-chiave anziché fare scorrere il tempo in maniera ripetitiva su emendamenti marginali o addirittura su materie già accolte dalla relatrice, non sempre ascoltato.

La Presidenza della Camera si pronuncerà sul ricorso procedurale. Nella sostanza, i temi sensibili che vedono distanza radicale di vedute possono essere affrontati anche nelle prossime settimane. Il lavoro fatto  sull'art. 1, sul consenso informato e le premesse chiaramente non eutanasiche della legge, all'art.2, sulle garanzie a favore della tutela dei disabili e di persone non autosufficienti e della loro vita, e l'approvazione dell'art.4 che offre una strada innovativa, ovvero la "pianificazione condivisa delle cure" come via maestra per ricostruire l'alleanza medico-paziente riconciliando i diritti della persona e la responsabilità medica in un percorso condiviso per chi entra una fase difficile della vita per malattie cronico-degenerative sono acquisizioni che possono essere importanti per ricucire contrapposizioni e ferite nel Paese.
Quanto alle DAT, ho le mie opinioni personali e di coscienza e come deputato presenterò emendamenti che spero possano migliorare il testo attuale.

Come Presidente della Commissione continuerò a lavorare perché, al di la dello scontro politico tra i gruppi, acuito dalla frammentazione e dall'incertezza di sistema, si lavori sul merito delle questioni.