Giubileo delle persone detenute: Saremo a
San Pietro. Bisogna immaginare nuovi modi di scontare la pena, per reintrodurre
la speranza nelle condanne più gravi, per ribaltare la recidività in voglia di
riscatto.
Mario
Marazziti, presidente della Commissione Affari Sociali della Camera dei
deputati, promotore alla Camera dell’Intergruppo “Carcere, Umanizzazione,
Esecuzione della Pena, Riabilitazione” e primo firmatario dei disegni di legge
per l’abolizione dell’ergastolo ostativo e per l’amnistia e l’indulto
parteciperà alla Santa Messa celebrata da papa Francesco assieme alle persone
detenute per lo speciale Giubileo della misericordia dedicato alle persone in
carcere. Una piccola delegazione di Montecitorio, con Fabio Porta (PD) e Marta
Grande (5Stelle), in rappresentanza dell’Intergruppo che si è costituito anche
al Senato per iniziativa dei senatori Manconi e Corsini sarà a San Pietro.,
mentre si avvierà la Marcia da Regina Coeli al Vaticano, promossa dal Partito
Radicale per chiedere un provvedimento di amnistia.
“Nessuna
pena può escludere la possibilità della riabilitazione e la speranza” – ha
detto Marazziti in occasione del Giubileo dei detenuti – “o si trasforma nel
contrario. Purtroppo un tasso di recidività del 67 per cento per chi sconta
tutta la pena è l’indice più evidente di una trasformazione della pena e della
sua utilità, fino a trasformarsi nel suo contrario. Se due persone su tre
tornano in carcere dopo avere scontato tutta la pena è una intera società che
deve chiedersi cosa cambiare e come cambiare il sistema carcerario e
giudiziario”.
“Aspetta
da due anni il mio disegno di legge sulla abolizione del cosiddetto “fine pena
mai”, che riguarda più di mille persone legate al crimine organizzato. Mentre
ho depositato con Fabrizio Cicchitto e altri colleghi un disegno di legge
realistico per l’amnistia e l’indulto non indiscriminati, per i reati che non
creano allarme sociale, che non incrina il concetto della certezza della pena,
ma che anticiperebbe il tempo del recupero sociale delle persone che hanno
sbagliato per reati non gravi.
Senza
mettere in discussione la definitività della pena occorre immaginare un patto
educativo anche con chi ha compiuto i crimini più gravi, che permetta, a
condizioni chiare, se rispettate, la possibilità di riconsiderare le modalità
della pena stessa, riaprendo la porta alla speranza. E al cambiamento in meglio
della persona”
All’indomani
della morte di Marco Pannella, quando un coro trasversale di lodi al leader
radicale si è alzato tra tutte le forze politiche mi sono permesso di suggerire
una iniziativa concreta per dare corpo all’apprezzamento dell’azione politica,
discussa e non sempre condivisibile, ma comunque straordinaria di Marco
Pannella. Proprio attraverso una “tregua parlamentare” che permettesse di
approvare un provvedimento di amnistia interpretato in maniera nuova, come
riconciliazione e come premessa al recupero dei detenuti a una funzione sociale
e un’occasione per il sistema giudiziario per ritrovare la sua fisiologia” – ha
continuato in una nota Marazziti.
All’indomani
del Giubileo, il 16 novembre, alla Camera, assieme al Cortile dei Gentili e al
Cardinale Ravasi, con il ministro Orlando, deputati e senatori, testimoni e
esperti, affronteremo in maniera concreta proposte per una esecuzione della
pena più capace di riabilitazione, sotto il titolo “Pena e Speranza”, e il 24
novembre saremo a Regina Coeli per parlarne con i detenuti. Lo immagino come
una risposta concreta all’appello di papa Francesco alla misericordia”.