Mario Marazziti - Pagina Ufficiale

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giovedì 27 ottobre 2016

Una bella, buona, necessaria legge per i minori non accompagnati



Grazie, Presidente.

Vorrei, attraverso di lei, esprimere il compiacimento per l'eloquio sempre così garbato del collega Capezzone, che in genere apprezzo per l'equilibrio, ma mi corre l'obbligo di precisare che, in questo momento, noi stiamo per approvare una bella, buona, necessaria legge per i minori non accompagnati, minori stranieri, in cui i minori stranieri non accompagnati diventano persone, acquistano diritti in quanto minori, secondo i trattati internazionali che tutti noi abbiamo firmato e vogliamo implementare. Si crea un sistema per cui esisterà un tutore personalizzato e queste persone possono cominciare a vivere e non continuare a morire, come quando hanno preso una barca fuggendo, a differenza di quello che dice il collega Capezzone, da guerre, da massacri, da sfruttamento, da morte, da assenza di futuro.


Ma voglio che sia chiaro in quest'Aula, anche per chi ci ascolta, che stiamo parlando di un problema non semplicemente di profughi economici – anche essi avrebbero diritto alle stesse tutele in questo caso –, ma stiamo dentro un cambiamento epocale, dove ci sono 60 milioni di profughi forzati nel mondo: una piccola quota di questi arriva in Europa, arriva in Italia.

Dobbiamo dire che questo provvedimento, credo, risarcisce anche un po’ il cuore, la mente, l'identità del nostro Paese, perché, con tutto il rispetto, penso che, purtroppo, l'episodio eclatante di Goro e di Gorino, senza voler colpevolizzare nessuno, sia un punto molto inquietante: è il punto di un paese – Goro, Gorino –, dove gente perbene pensa che i propri problemi siano tali da dover avere paura di dodici donne e otto bambini. Quando si ha paura che dodici donne e otto bambini, che fuggono alla distruzione e alla guerra, possano togliere qualcosa alla nostra vita, non si sa più chi si è. Quindi, sono vicino alle persone di Goro e di Gorino per dire: non abbiate paura – era la festa di San Giovanni Paolo II due giorni fa –, perché non c’è da avere paura.

Noi abbiamo una situazione in cui, ogni anno, arrivano 150-170 mila profughi: l'Italia avrebbe bisogno di 250 mila immigrati da inserire in maniera seria – ma le quote sono zero, le quote annuali – solo per mantenere la propria competitività e per non continuare lo squilibrio o l'invecchiamento del nostro Paese.

È vero, in tutta Europa tanti provano ad alzare muri: è imbarazzante ed è triste vedere l'Ungheria – un Paese dove, nel 1956, 250 mila persone ungheresi, in due settimane, sono fuggite e sono state accolte in Europa quando c’è stata l'invasione sovietica – alzare fili spinati, cercare di cambiare la Costituzione per continuare a farlo. Quando un Paese che invecchia è invecchiato, rischia, creando muri, non di salvare se stesso, ma di soffocare nella cortina di ferro che si fa da solo. Questa è una tentazione dell'Europa, perché c’è una predicazione della paura e della diffidenza.

Io volevo dire semplicemente questo: 170 mila persone, fossero anche pure ogni anno, come è ogni anno – e stiamo, più o meno, a 150 mila profughi, in Italia, rifugiati accolti –, con 8 mila comuni, vuol dire venti persone a comune: ma solo 2 mila comuni stanno dando accoglienza. Allora, il problema siamo noi, non sono loro, perché venti persone a comune non possono far paura a nessuno. Un paese che ha paura di venti persone non sa più chi è (un paese, un borgo, una città, un comune).

Allora, voglio dire a tutti noi, a tutti noi italiani che è una grande occasione. Abbiamo l'esempio dei corridoi umanitari: è un'iniziativa della comunità di Sant'Egidio, della Federazione delle Chiese evangeliche italiane, dei metodisti, della Tavola valdese. Non c’è neanche un euro di aggravio per il nostro popolo, per le casse dello Stato, ma c’è gente che parla alle famiglie prima, le famiglie sono contente di accogliere le persone, diventa una festa, diventa un investimento sul futuro. Tutto questo è possibile, è il modello italiano intelligente, ma noi non cadiamo nella tentazione della paura, perché la paura è quello che vogliono i trafficanti di esseri umani.

Concludo. La nostra legge, la legge che approveremo, finalmente con un grande consenso, che è molto civile, non è una legge buonista, non è il teorema anche liberale di dire: «Il buonismo crea le condizioni per la reazione opposta». Questa non è una legge buonista. Il problema non sono mai gli immigrati che diventano bersaglio, ma è chi li fa bersaglio. In realtà questa legge ci ricrea un elemento di civiltà del nostro Paese. Allora, diciamo semplicemente che, quando un profugo lascia il proprio Paese, non è perché ha saputo di una legge italiana che gli permetterà di vivere bene, ma è perché quel mondo liberale anche che così bene evoca l'onorevole Capezzone è lo stesso che investe molti soldi in cibi per cani e per gatti sulle nostre televisioni e quel cibo per cani e per gatti è a volte molto più interessante visto migliaia di chilometri di distanza del fatto di sapere se c’è o no una legge in Italia. Vale la pena lo stesso perché, quando si vive, anche i profughi economici e non solo quelli che fuggono dalle guerre, i profughi forzati, anche quelli con due dollari al giorno non riescono ad avere quel cibo per cani e quel cibo per gatti. Il problema non è se noi facciamo questa legge, se verranno ancora dei profughi in Italia; il problema è che è un mondo squilibrato; questa legge è una legge saggia e noi abbiamo bisogno per rimanere in Italia e per rimanere in Europa di essere civili.

Non possiamo smettere di fare le cose giuste perché altrimenti forse qualcuno – come dice sempre l'onorevole Capezzone – ha torto o ha ragione; no, ha torto perché non è una guerra tra poveri perché non c’è paragone tra come noi viviamo e come loro vivono, tra quelle guerre e quelle fughe, tra quei bambini violentati e il loro futuro e destino. Allora, noi con questa legge, rimettiamo un po’ le cose a posto.

*Disposizioni in materia di protezione dei minori stranieri non accompagnati (A.C. 1658-A)