Mario Marazziti - Pagina Ufficiale

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martedì 28 giugno 2016

Dopo la Brexit non sia più Londra ma l'Italia a ospitare l'Agenzia europea del farmaco



La scelta della Gran Bretagna di uscire dall'Unione Europea, a forte rischio di bruciare ricchezze mondiali e restringersi a scelte da piccola Bretagna, pone subito all'Unione scelte importanti per non disperdere il lavoro delle Agenzie Europee che hanno avuto sinora sede a Londra. Tra queste, di certo l'EMA, l'Agenzia regolatoria europea del farmaco.

L'Italia ha i titoli per ospitarla e per farne crescere l'impatto, a favore dei cittadini europei e della ricerca. L'industria farmaceutica italiana è il settore che ha reagito meglio negli ultimi anni alla crisi economica e finanziaria, con un export attorno al 72 per cento, una crescita del numero di addetti anche nel 2015 (+6000) e investimenti già individuati di oltre un miliardo tra studi clinici, sviluppo e ricerca. Un settore dinamico che ne fa già la seconda manifattura del campo in Europa, dopo la Germania, ma con un tasso di produttività per addetto superiore, anche considerato il minore mercato interno.

E' una eccellenza che va di pari passo con la qualificazione del lavoro dell'AIFA, l'Agenzia del farmaco nazionale, che è considerata ai massimi livelli europei per l'innovatività delle modalità di accesso ai farmaci. Secondo i dati disponibili, l’AIFA ha anche mostrato una capacità di contrattazione con le case farmaceutiche di efficacia maggiore rispetto a soggetti omologhi europei, con prezzi nel complesso più bassi fino al 20 per cento rispetto a quelli praticati in altri paesi, dalla Germania alla Francia.

La collocazione in Italia dell'EMA può diventare un'ulteriore passo verso una contrattazione a livello europeo, capace di mettere insieme tutte le best practice, valorizzando lo Human Technopole dell'area EXPO o uno degli hub italiani, dal senese alle Marche, a Latina e Roma.