La prima buona notizia dell'inizio della nuova Europa. La vittoria, di
misura, incerta fino alla fine, del leader dei Verdi Van Der Bellen segna un
incubo scampato e apre la strada a una iniziativa europea dei Paesi fondatori,
assieme a Grecia, Austria, Spagna, speriamo, per una fase nuova davanti al
cambiamento epocale delle migrazioni contemporanee.
Interrompe la "moda" dei fili spinati e dei muri intra-europei,
scongiura, verosimilmente, l'attentato più immediato alla libera circolazione
delle persone e delle merci, e, quindi, all'Europa stessa come soggetto
globale.
La spaccatura nel paese, un paese così vicino e amico, rimane la sfida.
Occorre passare a una nuova fase di sviluppo e di inclusione, capace di
riassorbire le spinte alla chiusura, e di rendere inefficaci i profeti della
paura e della chiusura. Una chiusura che potrebbe solo fare morire soffocati,
economicamente, idealmente e demograficamente, i paesi che la
attuassero.
Adesso rimane da aspettare il risultato del referendum britannico,
improvviso e non necessario, su una "Brexit" che sarebbe una mina
vagante sull'intero mondo occidentale. E quindi un bel regalo anche ai diversi
"Califfi" in giro per il mondo.