Mario Marazziti - Pagina Ufficiale

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lunedì 18 aprile 2016

Sui migranti è necessaria una risposta radicale: corridoi umanitari, viaggi sicuri, asilo europeo




Mentre in Europa c'è chi soffia sulla paura e incoraggia la creazione di fili spinati e frontiere interne, nel Mediterraneo si continua a morire. E si continua a fuggire perché se non si fugge si muore sotto i bombardamenti, si è schiavizzati o depredati dal Califfato e dalle tante bande di islamisti che vanno dal Nordafrica al Medioriente. Occorre una risposta radicale, coraggiosa, dell'Europa. C'è chi irresponsabilmente pensa che sia giusto gioire del possibile muro al Brennero e si congratula e fa festa con l'Austria, come Salvini e la Lega. E' penoso, oltre che autolesionista: visto che i migranti che dall'Italia devono e vogliono andare nel Nord Europa in questo modo restano in Italia. Ed è vergognoso continuare nella linea "cattivista" che prova a speculare anche su queste morti cercando di attribuirle all'assenza di "pugno duro" dell'Europa.

Siamo a un cambiamento epocale, sono in corso guerre di inaudita ferocia. Ma l'Europa può accogliere, controllando, verificando, selezionando, in maniera regolare, la massa di profughi più a rischio. L’insieme delle domande di protezione internazionale in Europa ammonta a 1,4 milioni, quando nel solo Libano ci sono 1,5 milioni di profughi e altrettanti in Giordania. Con una popolazione che è poco più della Sicilia. Non lo può fare l'Europa?

L’Europa mostra il suo volto nell’accogliere e proteggere. Per farlo ci sono vie sperimentabili e sperimentate, come ha mostrato in Italia l’iniziativa ecumenica Comunità di Sant’Egidio, Chiese Evangeliche e Tavola Valdese. Si può iniziare subito: un centro europeo per la raccolta delle richieste di asilo e un data-base europeo, così chi entra è già stato verificato, partendo dai nuclei familiari e dai più vulnerabili. E ancora: corridoi umanitari con permessi per motivi umanitari, svuotando i campi, con viaggi sicuri; creazione di un sistema di accoglienza diffuso, con l'inserimento, la scuola di italiano e delle lingue europee nei vari paesi, il coinvolgimento delle famiglie e della società civile, delle comunità e delle chiese, per un inserimento sociale anticipato.

Questo aumenta, non diminuisce, la sicurezza, perché svuota i campi profughi e le situazioni di marginalità dove cresce la predicazione del rancore, assieme alla disperazione. Così rinasce anche l'Europa politica, con chi lo vuole fare, mentre gli altri smettono di accedere ad alcuni dei benefit europei, finché pensano solo a interessi nazionali di corto respiro.