Mario Marazziti - Pagina Ufficiale

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giovedì 17 marzo 2016

Per non soffocare fra muri e fili spinati l’Europa deve puntare sui diritti sociali e sulla capacità di accogliere e proteggere





“Mentre andiamo su Marte l'Europa rischia di soffocare tra muri e fili spinati. Non possiamo tornare indietro rispetto a Schengen. Sarebbe come costruire la propria prigione da soli”, ha detto il presidente della Commissione Affari Sociali della Camera Mario Marazziti (Democrazia Solidale), aprendo la Conferenza interparlamentare di Torino sulla Carta Sociale Europea e il Forum dei diritti sociali in Europa in corso a Torino fino a domani. “L'Europa invecchia, ha bisogno di altri o perde anche la memoria di sé. O va avanti, o si ferma e invecchia a Idomeni e Calais. Dev’essere una democrazia umanista e umanitaria: ha il dovere di accogliere e proteggere, per non celebrare il suo declino”. 
“Le migrazioni sono al centro dell’Agenda europea, come conferma il terzo Consiglio europeo a Bruxelles su questo tema in poche settimane”, ha sottolineato Marazziti. Sessanta milioni di persone nel mondo, pochi milioni alle porte del nostro Continente: “Profughi anche per responsabilità nostre, se pensiamo che la base per l’avvio di una soluzione politica nel conflitto siriano esisteva già 5 anni fa, prima di 400mila morti in Siria e Irak, di 11 milioni di profughi interni ed esterni, di un salto di qualità terribile nel terrorismo mondiale, prima di Daesh”. I flussi migratori sono una “sfida epocale e impongono di mettere i diritti sociali al primo punto dell’agenda politica”. Così come quando parliamo di diritti sociali “non possiamo cedere alla tentazione della paura” che la sfida terrorista vuole suscitare: “Nel 2015 le vittime di terrorismo nel mondo sono state quasi 33mila. 96 vittime su cento non sono ‘occidentali’. L’alternativa di fronte alla sfida terrorista sono i diritti sociali”, ha messo in rilievo il Presidente della Commissione Affari Sociali.
Per affrontare al meglio tutto questo, ha poi aggiunto Marazziti, “occorre lavorare sulla cittadinanza europea, sull’asilo europeo. E riscrivere il Trattato di Dublino intervenendo sullo status di rifugiato europeo, sulla solidarietà attiva e non solo negativa, sulla gestione comune delle frontiere, dell'accoglienza, dei rimpatri”. L’Europa mostra il suo volto nell’accogliere e proteggere. Per farlo, secondo Marazziti ci sono modi, vie sperimentabili e sperimentate: “Un primo varco? I corridoi umanitari praticabili, come ha mostrato in Italia l'iniziativa ecumenica, Comunità di Sant'Egidio, Chiese evangeliche e Tavola Valdese, assieme al Ministero degli Esteri. Spero possa essere un esempio contagioso, per tutti i paesi qui presenti, utilizzando l'art. 25 del Regolamento dei visti europei del 2009, che offre la via giuridica per portare via da guerra e disperazione le persone, senza farle morire in mano a trafficanti, concede un visto a validità territoriale limitata, cioè eccezionale, che è in deroga per motivi umanitari, e avevamo già un precedente di questo tipo in Kosovo”.
“Comprendo le difficoltà di alcuni membri dell’Unione – ha concluso Marazziti – Ma dalla crisi si esce con più Europa e non con meno Europa. Se alcuni paesi vogliono temporaneamente attenuare il tasso di responsabilità europea comune penso debbano legittimamente partecipare in misura proporzionalmente ridotta anche ai benefici dell’Europa, senza drammi”.