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Proposta di legge:
Disposizioni in materia di responsabilità professionale del personale sanitario
Intervento di
Mario Marazziti. Dichiarazione di voto finale. (Gruppo Demo.S -CD) – presidente
della Commissione Affari Sociali - 28 gennaio 2016
Siamo al voto
finale di una legge particolare, che interviene sul rischio clinico e
sanitario, sul sistema di garanzie e sicurezza per la salute dei cittadini. Una
legge difficile, molto tecnica, ieri soltanto abbiamo votato 172 volte per
arrivare a un buon testo equilibrato. Ma è una legge che riguarda tutti. Tutti
i cittadini. Tutti noi. Rimette al centro la salute, fare bene le cose, più
tranquillità per i medici, più certezza per i cittadini che se qualcosa va male
possono e debbono avere la garanzia di un risarcimento, e vedere i propri
diritti riconosciuti in maniera semplice. Più responsabilità ma anche più
certezze per il sistema sanitario nazionale, per le aziende sanitarie pubbliche
e private, meno medicina e protezione fai da te. Un sistema di protezione e
assicurazione per tutti gli esercenti la protezione sanitaria, calmierato,
all’interno di un patto sociale previsto in questo disegno di legge, e quindi
più diritti per i cittadini comuni, perché più tutelati.
Si aspettava da
più di dieci anni. Da molte legislature. Quando ho assunto la presidenza della
Commissione Affari Sociali avevamo molti altri temi sul tavolo. Ho pensato da
cittadino, da non-medico, che occorresse accelerare proprio su questo testo di
legge sul rischio clinico, confortato da tutti i Gruppi in Ufficio di
Presidenza. Il lavoro fatto dall’onorevole Vargiu non è stato messo da parte, è
diventato la base iniziale del lavoro intelligente e paziente, di raccordo tra
le molte diverse esigenze da contemperare, di Federico Gelli, il relatore. In
un Parlamento che si dice “lavori troppo poco” da una vulgata un po’
superficiale, dal 5 agosto a oggi è stato fatto un lavoro enorme in Commissione
che ci ha permesso stamattina di arrivare al voto finale. Devo dare atto a
tutti i Gruppi dell’impegno costruttivo, dal mio particolare punto di vista –
che è molto nella filosofia di Democrazia Solidale, convinti come siamo anche
come Gruppo parlamentare DeS-CD che l’Italia va ricostruita, migliorata
insieme, senza arroganza, mettendo la persona
e le periferie al centro. La politica come bene comune, senza conflitti
di interessi, senza agende personali, dove i corpi intermedi, anche portatori
di interessi particolari, come le associazioni dei pazienti, dei medici, dei
professionisti, dei manager ospedalieri, i giuristi e gli avvocati, il sistema
delle assicurazioni, tutti sono legittimi e tutti possono dare un contributo,
se la politica onesta e pulita aiuta a non essere corporativi. A costruire il
modo di vivere insieme. La tua vittoria deve essere anche la mia. Questo è il
metodo cui ho ispirato il nostro lavoro in Commissione e l’accelerazione, che è
merito di tutti, anche delle opposizioni per la parte che loro compete, è
frutto di questo. Per questo penso che il voto favorevole a questa legge è una
buona notizia.
Chiunque dica e
dirà che questo è un provvedimento sbilanciato a favore dei professionisti o di
altre categorie è lontano dalla realtà. Qui si ricostruisce un nuovo
equilibrio, un nuovo rapporto tra medico e paziente, ma soprattutto, un quadro
di maggiori certezze e rispetto dei diritti dei cittadini.
Qui si liberano
i medici dell’assillo di frequenti azioni giudiziarie, con importanti riflessi
penali, sottoposti a rilevanti premi assicurativi. I medici non saranno più
perseguibili penalmente se il loro comportamento sarà stato consono all’arte medica, alle
linee-guida. Meno sprechi sanitari per paura di denunce. Le linee guida non
saranno dettate dall’associazione più forte, ma sotto l’autorità del Ministero
della Salute le società scientifiche accreditate anche per la loro capacità di
relazionarsi alle eccellenze delle società scientifiche internazionali, e non
una indefinita “comunità scientifica”, contribuiscono all’aggiornamento
costante di linee guida meno aleatorie, con il contributo decisivo
dell’Istituto Superiore di Sanità. Un quadro di certezze, per una salute
migliore.
Che succede in
pratica?
Al centro torna
la salute. Un patto tra medico e paziente, una alleanza “extra-contrattuale”,
basata sulla fiducia e, comunque, sulla certezza che nel caso di errore grave
il paziente, i cittadini, sono tutelati comunque. Se c’è qualcosa che va storto
il cittadino fa istanza di indennizzo. L’azienda ospedaliera su base
“contrattuale” ha l’onere della prova ed è responsabile. Nel caso l’azione
voglia arrivare all’indennizzo anche da parte del medico o degli esercenti
della professione sanitaria coinvolti, l’onere della prova aggiuntiva ricade
sul cittadino, come è normale che sia. E’ una scelta equilibrata. Una camera di
compensazione faciliterà quanto più possibile le conciliazioni, per ridurre il
contenzioso. Le assicurazioni assumono un ruolo sociale di garanzia dell’intero
sistema, di certezza del risarcimento. In tempi brevi. All’articolo 6,
centrale, l’inserimento di un articolo del codice penale prevede che
l’esercente della professione sanitaria che nello svolgimento della propria
attività provochi a causa di imperizia la morte o la lesione personale
dell’assistito risponde solo di colpa grave. La colpa grave è esclusa quando,
salvo significative specificità del caso concreto, vengono rispettate le buone
pratiche cliniche assistenziali e le raccomandazioni delle linee guide.
L’azione di
rivalsa avviene presso una autorità giudiziaria e non presso due, quella
ordinaria e la Corte dei Conti. Anche questo fa parte del quadro di
tranquillità, che aiuta la rapidità e la certezza del risarcimento in caso di
accertamento di danno subito.
Meno paura. Più
certezze. Più salute. Salute. Il nostro sistema sanitario è universalistico. La
sostenibilità del SSN è minacciata dalla assenza di risorse sufficienti non
solo in Italia, ma nel mondo occidentale. L’invecchiamento della popolazione e
farmaci innovativi, costosi ma decisivi impongono un cambiamento di modello,
proprio per continuare a garantire il meglio a tutti e non solo a chi è più
ricco. Per rimanere universalisti. Occorre ricreare una continuità intelligente
tra spesa sociale e sanitaria, servizi territoriali, domiciliari e ospedalieri,
valorizzando e sostenendo la sussidiarietà, quello che già esiste sul
territorio, favorendo le reti di prossimità. Evitare che gli ospedali siano
isole e isolati, stare vicino agli esercenti della professione sanitaria. Ne
parleremo, lavoreremo per questo.
Ma oggi si fa un
grande passo avanti. Meno medicina difensiva, più responsabilità. Se un medico
non si assume la responsabilità che saprebbe assumersi per paura di denunce
tutto il sistema è malato. Salta il rapporto di fiducia. Lievitano gli sprechi.
Alla fine si taglia la salute. Noi oggi mettiamo un tassello importante per
rompere questo circuito.
Gli sprechi in
Sanità occorre conoscerli per ridurli. Il CEIS ci dice che in alcune regioni si
può arrivare a ricoveri potenzialmente inappropriati in ospedale dal 9,13 per
cento dei casi in Val d’Aosta al 20 per cento di Abruzzo o più in Calabria. Che
potenzialmente il 32,7 per cento delle ecografie, il 35,2 per cento delle
radiografie sembrano inappropriate (Cristoforo M et al. In R. Med.). Il CSGP
nella sua ricerca empirica tra i medici italiani, sulla base di loro
dichiarazioni, dichiara all’82,8% di avere inserito in cartella clinica
annotazioni evitabili, il 69,8% ha affermato di avere proposto un ricovero
ospedaliero anche se trattabile ambulatorialmente, il 58,6% ha dichiarato di
avere ricorso alla consultazione non necessaria di altri specialisti e la metà
ha dichiarato di avere prescritto farmaci non tutti necessari. O più esami
diagnostici. Sono oltre 40 milioni le radiografie prescritte in un anno in
Italia.
Quando questa legge avrà finito il suo iter e sarà in vigore non ci sarà più bisogno di tutto questo in questa misura. Più responsabilità. Più salute. Più certezza. Ringrazio ancora il relatore e tutti quelli che hanno lavorato a questo testo. Il Gruppo De.S-CD vota convintamente una legge semplice, attesa, necessaria, utile.