Mario Marazziti - Pagina Ufficiale

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venerdì 18 dicembre 2015

Marazziti: giornata internazionale del migrante. Aumentano i profughi forzati nel mondo, 60 milioni. Ma sono calati gli arrivi in Italia. Niente invasione, l'Italia può e deve fare di più





ROMA - "Siamo a una svolta epocale. La guerra a pezzetti, l'orrore e il terrore in Medio Oriente e nel Nord dell'Africa, migrazioni forzate. Occorre una politica positiva di gestione delle migrazioni. Dopo la crisi, è una grande chance per l'Italia e per l'Europa. E' l'antidoto al declino demografico e competitivo dell'Europa, sono già l'8 per cento del bilancio italiano, versano tre miliardi in più di quanto costano in servizi all'Italia. Ma occorre smetterla con la propaganda populista che fa degli immigrati i capri espiatori del disagio nazionale e dell'insicurezza" ha dichiarato Mario Marazziti, presidente della Commissione Affari Sociali della Camera dei deputati, Democrazia Solidale (PI-CD).



"L'UNHCR ha ricordato che il numero totale dei rifugiati nel mondo, che un anno fa era di 19,5 milioni, ha superato la soglia dei 20 milioni (20,2 milioni) a metà del 2015, per la prima volta dal 1992. Che le richieste d’asilo sono aumentate del 78 per cento (993,600) rispetto allo stesso periodo del 2014 mentre il numero di sfollati interni è salito di 2 milioni, fino a circa 34 milioni. Nel 2015 i profughi forzati supereranno i 60 milioni per la prima volta. Ad oggi, una persona su 122 è stata costretta ad abbandonare la propria casa" continua Marazziti.

"Gli italiani che temono che gli immigrati siano troppi in Italia devono sapere che in Libano e Giordania ci sono due milioni e mezzo di profughi, che assorbono un quinto del bilancio nazionale, come se in Italia i profughi fossero 20 milioni. Invece lo scorso anno sono stati 170.100 e questi anni 149.581. Possiamo e dobbiamo fare di più e lavorare sull'integrazione. L'anno, i due anni, in cui i profughi e i richiedenti asilo stanno nei CARA, negli SPRAR non possono essere solo il tempo dell'attesa, un limbo in attesa della valutazione della propria domanda di protezione internazionale, ma devono essere un tempo di anticipata integrazione, formazione, lavoro, utilità sociale".